ALCUNE FOTO DEL SALUTO DI DON STEFANO ALLA
COMUNITÀ DI
SAN PIETRO APOSTOLO IN FONTE
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Tratto da La Fonte di settembre 2007:
IL GRAZIE ALLA MIA COMUNITA’ DI FONTE
Non c’è che dire, un periodo davvero intenso come raramente è stato nella mia vita.
La comunicazione del Vescovo che si stanno preparando a rientrare due missionari, uno dall’Africa e uno dal Paraguai: “avrò bisogno di due preti da inviare in missione”. Da quando sono diventato prete, nella domanda di ordinazione - si scrive raccogliendo le motivazioni della scelta di vita - avevo espresso la disponibilità alla missione. Il motivo? Un debito di riconoscenza con i missionari che nel corso del mio cammino di fede, nei momenti più tribolati, erano stati punti di luce e di rinnovato entusiasmo. Ma anche dell’altro, il desiderio di entrare nelle situazioni di bisogno radicale, un interesse per quelle situazioni di povertà che si sentono raccontare. Motivi che hanno sostenuto e permesso la realizzazione del viaggio dello scorso anno in Ghana con 15 amici. Spesso nel corso dei miei 13 anni di vita da prete ho potuto ricordare al Vescovo questa disponibilità, a dire il vero, mai presa in considerazione. Per questo mi sono sentito anche in questa circostanza di fare altrettanto. Ho saputo che nella diocesi altri preti giovani hanno fatto altrettanto. Perciò il Vescovo aveva davanti a sé una scelta abbastanza ampia. Ha scelto me per l’Africa, il Ciad. Io gli ho risposto: “confermo volentieri la mia disponibilità!” Ha scelto anche don Giovanni Fighera, parroco da 6 anni di Zeminiana e San Dono (vicino a Camposampiero) per il Paraguai e anche lui ha detto sì. Missionari “Fidei Donum” cioè doni della fede di una comunità ad un’altra che ne ha bisogno. Rientrano in
diocesi don Silvano Perissinotto originario di Noventa di Piave e don Paolo Cargnin di Camposampiero. Il tempo del servizio missionario dei preti Fidei Donum è di circa 10 anni, un tempo sufficiente per inserirsi bene in terra di missione e nello stesso tempo non troppo lungo per poter rientrare in Italia con relativa facilità. Non siamo missionari a vita, anche se qualche prete Fidei Donum non è più rientrato.
“Sei felice?” mi chiedono spesso. “Sì lo sono, anche se non mancano le preoccupazioni” Come facilmente si intuisce, insieme al dispiacere di lasciare la comunità di Fonte c’è anche la consapevolezza di un cambiamento radicale di vita: stabilirsi in Ciad, in un paese tra i più poveri e dimenticati, in un clima abbastanza difficile per il grande caldo, … alimenta la domanda “ce la farò, sarò all’altezza?” Però sono profondamente felice di questa chiamata. E ho potuto raccogliere anche la gioia di molti fontesi che condividono il valore della missione.
Non vado in missione perché a Fonte mi sono trovato male. Al contrario, ho sempre detto e scritto che questa comunità presenta un volto stupendo, fatto di collaboratori laici responsabili, capaci, innamorati della chiesa. Se alle volte mi avete visto un po’ preoccupato e tenebroso è perché fare il parroco è difficile non perché a Fonte non mi trovavo bene. Di questo chiedo scusa. A Fonte sono stato bene per mille motivi che avrò modo di ricordare il 9 settembre quando saluterò. Ho gustato davvero tante gioie e soddisfazioni, ho ricevuto tantissimo affetto da tantissime persone, mi sono sentito sinceramente voluto bene molto di più di quanto meritassi. Certo 4 anni sono pochi… tante cose avrebbero avuto bisogno di più tempo per crescere e consolidarsi… e poi i giovani… i ragazzi… le relazioni e i dialoghi da poco avviati, una fiducia reciproca che cominciava a mostrare i primi frutti… Tutto vero, quattro anni sono pochi. Ma possono essere anche abbastanza nell’ottica della fede. Alle volte il tanto e il poco non seguono il criterio della quantità.
Non potrò dimenticare la prima comunità in cui sono stato parroco, perché è l’unica con la quale ho stabilito un legame così intenso. Da viceparroco sono stato a San Donà di Piave, e poi a Castelfranco Veneto, ma è stata un’altra cosa. Per questo sono sicuro che un ponte, se anche voi lo vorrete, prenderà vita tra il Ciad e Fonte. Un ponte nel quale scambiare notizie, raccontare le diversità di due mondi nello stesso pianeta, il cammino delle comunità cristiane, un ponte fatto di preghiera e di dialogo nel Signore e forse fatto di lettere e anche di aiuti concreti, quando prenderanno vita dei progetti. Non potrò dimenticare né le persone né la comunità e nella pausa che ci è concessa ogni due anni di rientro in Italia, passerò a salutare, ad ascoltare e a raccontare come sta andando. Un ponte non nuovo perché esattamente da Fianga don Valeriano è giunto a Fonte.
Le strade si dividono. Abbiamo camminato insieme per quattro anni, ci siamo, lo spero, arricchiti reciprocamente e ora il cammino continua ed è questo che conta. Fonte avrà un nuovo compagno di cammino nel giovane parroco che viene qui a muovere i primi passi (ancora una volta siete maestri di parroci!!!): don Alberto Bernardi, 36 anni, di San Martino di Lupari. E’ facile capire che ce la metterà tutta! Anche lui un dono del Signore da accogliere con gratitudine e da amare.
Il cammino continua, tenendo duro per un po’ nel frattempo ma non lasciando cadere quanto è presente oggi. Sono sicuro che la vitalità di questa comunità non diminuirà, per tanti motivi. Nuovi passi ci attendono, nuove promesse che il Signore fa a chi è generoso e non trattiene i doni per paura di perderli.
Sono così numerosi i pensieri che vorrei ancora condividere con voi! I tantissimi grazie, per quanto ho ricevuto; le scuse che vi devo per le mie mancanze, le mie miserie e fragilità. Ma l’articolo diventerebbe troppo lungo e noioso.
So che in veste di missionario mi sarà data ancora la possibilità di usare le pagine de “La Fonte”. Allora cercherò di esprimere un po’ alla volta questi sentimenti e qualcosa di questi quattro anni. Soltanto lasciatemi concludere ringraziando il Signore perché ha mantenuto anche in questi 4 anni la sua promessa: “non c’è nessuno che abbia lasciato case o campi, o padre o madre o fratello o sorella … che non riceva al presente 100 volte tanto, insieme a persecuzioni e nel futuro la vita eterna.”
E’ vero! Lo posso dire pieno di gioia, e di gratitudine. E’ proprio così e non lo merito! D’altra parte tu Signore non ti lasci vincere in generosità da nessuno! Lo dicono sempre i missionari. A presto!
Don Stefano