ACQUA, SINONIMO DI VITA

 

“Lo stato dell’acqua nel mondo rimane a rischio”, così ha avvertito il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. “Le riserve disponibili sono in uno stato di forte contrizione, come conseguenza della forte crescita della popolazione, di modelli di consumo non sostenibili, pratiche di mala gestione, inquinamento, investimenti inadeguati nelle infrastrutture, e scarsa efficienza nell’uso dell’acqua”.

Parole di un certo spessore se si tiene conto che sono state pronunciate dalle Nazioni Unite in vista della Giornata Mondiale dell’Acqua e soprattutto se analizziamo qualche statistica che appare così distante dal nostro modo di vivere.

Sembra una realtà impossibile ed invece poco più di un miliardo di persone non ha accesso all’acqua pulita per poter soddisfare i propri bisogni quotidiani basilari, il 21% dei bambini dei paesi in via di sviluppo soffre di una grave carenza d’acqua e non ha fonti sicure per l’approvvigionamento idrico, nell’Africa sub-sahariana un bimbo su cinque non arriva ai 5 anni d’età a causa di malattie diarroiche e il 43% consuma acqua contaminata. In ogni parte del mondo la carenza di acqua pulita si accompagna inevitabilmente ad alti tassi di mortalità infantile!

Sono ben 425 milioni i bambini sotto i 18 anni che vivono in condizioni di penuria idrica ed in molti paesi donne e bambini percorrono lunghe distanze ogni giorno per attingere e trasportare l’acqua necessaria alla loro famiglia per bere, lavare e cucinare. Bambini che non frequentano regolarmente la scuola per aiutare la propria famiglia perché sono coscienti che, senza acqua potabile, è  pressoché impossibile sfuggire alla spirale di miseria delle infezioni, poter bere, mangiare, lavarsi e irrigare il terreno (un contadino dell’Africa sub-sahariana dispone di soli 20 litri di acqua al giorno!).

A livello mondiale il tasso demografico è in aumento e con esso aumenta la richiesta d’acqua, mentre i disastri ambientali e quelli provocati dall’uomo contribuiscono alla contaminazione delle riserve idriche e al danneggiamento delle infrastrutture per la fornitura dell’acqua.

Secondo la Fao ( Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura) la penuria d’acqua è più acuta nelle aree secche del pianeta ed i paesi più colpiti sono nel vicino Oriente, Nord Africa, Sudafrica, Messico, Pakistan ed ampie regioni di Cina ed India.

Nel corso degli ultimi dieci anni l’approvvigionamento di acqua e le condizioni sanitarie si sono degradate del 2% nell’Africa rurale, mentre sono rimaste ad un livello mediocre nelle aree urbane, 14 paesi africani soffrono della diminuzione delle loro risorse di acqua e si stima che entro il 2025 altri 11 dovrebbero conoscere la stessa sorte. Nell’Africa sub-sahariana il  51 % della popolazione, cioè 300 milioni di persone, non ha accesso ad acqua potabile ed il 41% non beneficia di condizioni sanitarie decenti.

A fronti di tali numeri non servono riflessioni particolari, le cifre parlano già da sole, basterebbe solo che la nostra coscienza ci rendesse più responsabili e meno spreconi nell’utilizzo di un bene così prezioso.

 

Mara