“SE IL SOLE TACE, TACCIO
ANCH’IO”
Provo
sempre un’emozione nello scoprire, durante una passeggiata, il quadrante di una
vecchia meridiana.
Spesso
le ingiurie del tempo hanno corroso il disegno originale, in alcuni casi pezzi di intonaco sono caduti portandosi via linee o parole
tracciate con amore.
Ma ciò che resta mi parla di un mondo lontano,
segnato da ritmi di vita in sintonia con la natura. Trovo poetico ed
insieme filosofico quel tacito richiamo alla luce-ombra, chiaro-scuro,
notte-giorno.
La
meridiana è rimasta al suo posto per secoli, immobile sentinella del tempo, e
ricorda ai passanti la lezione della vita. Non ha bisogno di ricarica né di
manutenzione, non consuma energia, non sbaglia mai, a patto che il sole la
illumini.
L’uomo
è sempre stato un attento osservatore dei fenomeni naturali e degli astri in
particolare: vedere che l’ombra di un oggetto illuminato dal sole cambia di
lunghezza e di direzione durante il giorno deve aver suggerito fin dalla
preistoria l’idea di fissare un’asta verticale (stilo o gnomone) che,
proiettando la sua ombra su di una superficie appositamente
marcata, consentisse la misura del tempo.
Nata
principalmente con lo scopo di dividere in due la giornata, determinando l’ora
del pasto centrale, per moltissimo tempo continuerà a segnare soltanto il
Col
passare degli anni, gli orologi solari si sono perfezionati, la gnomica
(scienza che studia, con la geometria e l’astronomia, i metodi per una esatta misurazione dell’ora) si è evoluta, correggendo
gli scarti di longitudine e riuscendo a
segnare anche le stagioni, il segno zodiacale, il giorno del solstizio e le
differenze di fuso orario.
Molte
meridiane sono vere opere d’arte, nelle quali generazioni di artisti-artigiani
hanno profuso la loro fantasia con lavori di gusto popolare e talvolta
sofisticato, ma sempre nel solco di una tradizione millenaria frutto di
sapienza collettiva. Il quadrante spesso è decorato con paesaggi, figure
mitologiche o allegoriche (la brevità della vita, la caducità delle cose umane,
la fragilità della bellezza), lo zodiaco, cieli stellati, lavori stagionali.
Particolarmente frequente è il simbolo della campana che richiama alla funzione
originaria della meridiana: quella di segnare l’ora del pasto del
Altro elemento caratteristico è il motto:
un proverbio, una massima, patrimonio di molti secoli di cultura: una specie di
sigillo, un messaggio dell’autore. Con riferimento per lo più al fluire del
tempo, tradizionalmente venivano scritti in latino,
più recentemente si trovano anche in lingua parlata.
Alcuni
hanno intento moralistico:
IO
TI SEGNO LE ORE, TU RIEMPILE D’AMORE
IL
TEMPO PASSA, LA MORTE VIENE, BEATO CHI AVRA’ FATTO DEL BENE
NESSUN
FRUTTO MATURA IN UN’ORA
TORNA
A ME L’OMBRA
SMARRITA, MA NON A TE LA VITA
UN’ORA
DI BENE E’ UN
GRADINO DEL PARADISO
Altri
motti sono più leggeri e divertenti, specie quelli in dialetto veneto:
EL
SOL MAGNA LE ORE
XE L’ORA DE A MATINA CHE A FA MOVARE A MANINA
XE
SEMPRE L’ORA DE LA POLENTA
XE
SEMPRE L’ORA DE IERI A ‘STA ORA, NE’ PI TARDI NE’ PI
BONORA
QUANDO
IL SOLE COCENTE SEGNA L’ORA, BEVI UN’OMBRA DE VIN CHE TI RISTORA
L’uso della meridiana divenne comune: chiese, ville
signorili, ma anche semplici abitazioni avevano sulla loro facciata un orologio
solare, soprattutto nella Marca Trevigiana, ma anche nel Friuli, nel Bresciano, in
Toscana, terre legate principalmente alla produzione del vino e quindi ben
esposte a
Ricordo solo qualche esempio del nostro territorio.
Nella villa che ospita il municipio di Fonte c’è un quadrante in discreto grado di conservazione, anche se è quasi impossibile decifrarne il motto; sono ben visibili alcuni segni zodiacali e la campanella alla base della linea meridiana.
Nella villa palladiana Barbaro-Volpi di Maser fanno bella mostra di sé due enormi meridiane rotonde, situate simmetricamente ai lati.
In certi edifici si trovano più quadranti: due nella chiesa di Sant’Eulalia, attualmente in cattive condizioni, e addirittura sei nel convento dei Frati Cappuccini di Asolo, ad indicare che nel corso dei secoli si è sentita la necessità di aggiornare ed arricchire la lettura delle ore.
Con
la diffusione degli orologi meccanici la gnomica perde
la sua importanza, l’avvento della rivoluzione industriale richiede una diversa
misurazione del tempo, valida sia di giorno che di notte, con intervalli uguali
per tutti, unificati su vaste regioni e
controllati a distanza da centri specializzati.
Oggi
per pochi euro si acquistano orologi precisi al millesimo
di secondo, eppure sembra rivivere il fascino della meridiana che ha cessato di
essere uno strumento pratico di regolazione dell’attività umana, per
rappresentare un messaggio di ritorno alla natura, ai suoi ritmi e alle nostre
origini lontane..
Il
piacere di disegnare sulle nostre case il quadrante solare si sta diffondendo
nei nostri paesi e ci parla dell’amore per le vecchie cose, care ai nostri
nonni, ma la vera emozione si prova solo di fronte ad un originale, dove la
patina del tempo ha lasciato una ricchezza fatta di autenticità
e di storie di uomini.
Lucia