Alcuni necessari chiarimenti sul ruolo del padrino
Nella
celebrazione del sacramento della Confermazione (come d‘altronde nel
Battesimo), oltre all’intervento indispensabile del ministro, è richiesta “per
quanto possibile” la partecipazione di una madrina o di un padrino, o di
due padrini di sesso diverso. Il padrino (e la madrina) deve preoccuparsi che
il cresimato adempia con fedeltà gli impegni del sacramento ricevuto, che il
cresimato cioè si comporti “come vero testimone di Cristo” sia con le opere che con le parole. Inoltre il
cresimato, alla luce della testimonianza offerta dal padrino, si impegni a sua
volta a “diffondere e difendere la fede”. Quella del padrino è pertanto
una funzione ecclesiale, per la quale la Chiesa appunto richiede ben precisi
requisiti attesa anche la rilevanza pubblica del suddetto ruolo all‘interno
della stessa comunità credente. Innanzitutto occorre che per assolvere a questo
compito di accompagnamento nel cammino di vita cristiana credibile, e allo
stesso tempo per essere di esempio, la persona individuata abbia l’attitudine e
l’intenzione a esercitare l’ufficio a cui è chiamata. A chi spetta invece
designare il padrino? La persona che ha diritto a designarlo è innanzitutto lo
stesso cresimando adulto, i genitori o chi ne fa le veci e, mancando questi, il
parroco o altro ministro. Occorre poi che il padrino abbia sedici anni
compiuti, a meno che il Vescovo diocesano abbia stabilito un’altra età
superiore o inferiore, oppure il parroco o il ministro, sulla base di una giusta
causa, abbiano dispensato dal raggiungimento dell’età richiesta. In terzo luogo
il padrino sia cattolico, abbia cioè ricevuto i sacramenti del Battesimo
dell’Eucaristia e della Confermazione nella Chiesa Cattolica di cui continua a
far parte, poiché altrimenti il suo incarico sarebbe un controsenso (oltre che,
a modesto avviso di chi scrive, una controtestimonianza): come potrebbe infatti
il padrino assistere e accompagnare il cresimato se egli non ha ricevuto uno di
detti sacramenti? Come potrebbe un padrino, privo della Confermazione o
addirittura che non si è mai accostato all’Eucaristia, essere capace di aiutare
il cresimato ad esprimere nella vita l’impegno richiesto dai sacramenti
dell’iniziazione cristiana? Per analoghi motivi è ovvio altresì che il compito
del padrino è incompatibile con la sua appartenenza “ad una comunità
ecclesiale non cattolica”.
Veniamo
ora ad un altro requisito un po’ più delicato, e cioè che il padrino conduca
una vita conforme alla fede e all’incarico che assume. Premesso innanzitutto
che siamo tutti fragili e peccatori, ed altresì sempre bisognosi di conversione
perchè come fedeli siamo chiamati tutti alla santità, occorre tuttavia
affermare che non risponde certo al requisito di una vita conforme alla fede
cattolica il fedele che abbia un evidente, ed altresì noto, rapporto difficile
con la fede o, peggio ancora, che si dichiari agnostico o non credente in
Cristo o addirittura appartenga a qualche setta od associazione che cospirano
ai danni della Chiesa cattolica. Esclusi dall’assumere la funzione di padrino
sono anche coloro che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari, come
chi è divorziato in seguito a matrimonio canonico (cioè ”matrimonio in chiesa”
per capirsi) e si è risposato ovviamente con solo rito civile o comunque chi
vive “more uxorio” (cioè convive con il/la compagno/a) al di fuori del
sacramento del matrimonio.
Inoltre
non assuma l’incarico di padrino il padre o la madre del cresimando, poiché i
genitori cristiani sono già investiti dello specifico compito ministeriale di “curare
l’educazione cristiana dei figli secondo la dottrina insegnata dalla Chiesa”.
Per completezza ricordo infine che è vietato il ruolo del padrino anche a
quella persona che è “colpita” da una pena canonica.
Per
concludere vorrei sottolineare come, pur raccomandata, la figura del padrino
non è comunque obbligatoria. E nel caso, non improbabile dati i “tempi“, non si
trovasse proprio una persona disponibile, in quanto mancante dell’attitudine
e/o dei requisiti per fare da padrino al proprio figlio/a? Che si fa? Dovremmo
proprio cercare a tutti i costi qualcuno che si presti a questo compito,
altrimenti siamo forse presi dalla preoccupazione che il cresimando rimanga
senza regalo? Niente affatto. Accadrà semplicemente che durante lo svolgimento
del rito saranno gli stessi genitori a presentare il cresimando al Vescovo, con
l’avvertenza che, alla luce di quanto scritto sopra, nel qual caso però essi
non svolgeranno la funzione di padrini: a tal proposito il Vescovo diocesano
può stabilire il criterio da seguire nella propria diocesi.
Marco