La storia di Fonte attraverso i cuori della nostra gente…intervista a Gianni e Gabriele De Bortoli:
Questo articolo è stato scritto da un giovane del nostro Paese, appassionato della sua terra e della sua gente, che ha deciso di farci conoscere frammenti e ricordi attraverso gli occhi delle persone che da sempre hanno vissuto a Fonte. Questo è il suo primo articolo, ma Samuele ci accompagnerà anche nei prossimi mesi, compiendo un viaggio letterario fra osterie, case, corti e contrade di Fonte, per farci ricordare le nostre radici, invitandoci a riflettere e anche a sorridere! Un grazie da parte mia per il suo grande entusiasmo e volontà nel portare avanti questo progetto, frutto del suo attaccamento alla nostra Fonte,
Alessandra
Questo articolo rappresenta la prima tappa di un percorso nel quale racconterò Fonte attraverso gli occhi della nostra gente con vari aneddoti e testimonianze.
Il mio viaggio inizia nei dintorni di via Santa Margherita, ai confini con Pagnano, dove ho incontrato Gianni e Gabriele De Bortoli detti “Cioro”.
Entrando nell’osteria di altri tempi che tutti conosciamo, Gabriele mi aspettava leggendo il giornale.
Tra una chiacchiera e l’altra ci siamo ritrovati nel salotto dove ci aspettava Gianni seduto sul divano. Dopo i saluti iniziai subito con qualche domanda per rompere quell’atmosfera che si era creata.
Parlando della trattoria Gabriele mi disse che venne inaugurata il giorno di San Pietro del 1968 con molta soddisfazione ed entusiasmo da parte di tutti gli abitanti di Fonte.
In quegli anni gli affari andavano molto bene, raccontava Gianni, specialmente fra i ’70-’80 quando la maggior parte della gente aveva due lavori, come mi spiegò il figlio Daniele passando per il salotto, mentre adesso è difficile averne almeno uno.
Attualmente l’attività è gestita dai due fratelli Daniele e Vittorio De Bortoli con l’aiuto della moglie di Daniele, Nadia.
Discutendo della gestione dei locali mi dissero che il menù è sempre stato quello attuale di cucina tradizionale e genuino, ricordando anche alcune specialità della casa, tra cui il famoso bollito misto.
L’osteria non è sempre stata così,infatti, anticamente nei locali c’era la stalla e una zona riservata ai parti della scrofa; la famiglia possedeva una quindicina di capi, tra cui due grandi buoi, con qui si svolgevano tutte le attività lavorative, e due più piccoli tenuti di scorta e addestrati duramente a dovere per il ricambio generazionale.
Con l’avvento dell’attività di ristorazione sorsero nuovi locali con tutti gli esercizi annessi adibiti a stalla dove tutt’ora sono ubicati per lasciare spazio alla trattoria. Tuttavia l’attività di allevamento non durò a lungo perché non era sentita e la trattoria dava sempre da fare. Così con grande dispiacere Gianni fu spinto a chiudere l’attività di allevamento ma mantenne le coltivazioni e la vigna con cui viene prodotto tutt’oggi un ottimo vino. Nonostante i molti cambiamenti succedutisi negli anni il paesaggio e l’atmosfera che si respira nell’osteria sembrano essere immutati nel tempo destando l’ammirazione dei molti clienti che sostano in questa particolare realtà.
Durante la chiacchierata fui colpito da un quadro che incorniciava un documento di una volta che Gabriele mi spiegò essere un “passaporto per l’interno”. Sicuramente alcuni fontesi si ricorderanno di questa carta che serviva per spostarsi da un comune all’altro in tempo di guerra, ed era necessaria per il commercio.
Visto l’argomento riguardante i viaggi parlammo anche di immigrazione, che fortunatamente non colpì la famiglia, ma che interessò buona parte degli abitanti di Fonte. Altro aneddoto particolare ed interessante che emerse da questa chiaccherata, ai più sconosciuto, è il Dasièr, personaggio che risiedeva nel comune preposto a riscuotere una particolare forma di tassa comunale che interessava vari aspetti della vita contadina come la vendita di vino o per il macello del maiale all’interno delle cascine del paese.
Questo dialogo mi ha dato l’opportunità di scoprire cose nuove che non conoscevo sebbene questi luoghi mi siano famigliari. Queste occasioni di dialogo storico mi appassionano molto perche secondo me è importante conoscere la nostra storia e soprattutto l’evoluzione di abitudini e tradizioni che ci hanno portato ad essere quello che siamo oggi.
Arrivederci alla prossima puntata che sarà …un tantino alcolica.
Samuele Ceccon