Sermig 2013
Anche quest’anno il nostro vicariato di Asolo ha organizzato il campo al Sermig di Torino, i partecipanti erano 38 ragazzi dalla 1ª alla 3ª superiore delle parrocchie del nostro Vicariato, fra i quali c’erano 2 ragazzi di Fonte e 1 di Paderno. L’esperienza che abbiamo vissuto in questo luogo ci ha aiutato a vedere il mondo un po’ in modo diverso, facendoci capire che anche noi possiamo fare la nostra parte per renderlo migliore.
Vi metto qui di seguito alcune testimonianze di alcuni ragazzi che hanno partecipato all’esperienza del Sermig dal 22 al 27 luglio 2013.
Don Raffaele
“Quest’estate ho sperimentato un esperienza di volontariato al Sermig (Arsenale della Pace) che mi ha aiutato a crescere e a convincermi che io a questo mondo valgo. Durante il tempo che sono stato al Sermig ho partecipato a diverse attività, tra cui quella che più mi ha colpito è stata; lo smistamento dei vestiti dei quali una parte veniva inviato in Romania, c’è una frase che non dimenticherò mai: «VOGLIO LA PACE NON SOLO PER ME», questo dovrebbe essere il motto che ognuno di noi dovrebbe avere sempre in mente.
Grazie Don Raffaele di questa esperienza.”
Jhony
In questa esperienza al Sermig ho compreso molte cose; mi ha aperto gli occhi, ho capito che al mondo siamo veramente tanti, ma quelli che stanno bene sono pochi.
Molta gente è costretta a vivere con un pezzo di pane al giorno, tutto questo l’ho provato sulla mia pelle, in una attività chiamata “La Cena dei Popoli”. Mi hanno fatto provare la sensazione di fame e di ingiustizia che ogni giorno migliaia e migliaia di persone provano. Così ho capito l’importanza dei miei beni, l’importanza di avere una famiglia alle spalle che ogni giorno mi porta a casa il cibo per vivere.
Quello che mi porto a casa è la voglia di cambiare, perché credo che se ognuno di noi fa la sua parte il mondo può diventare un posto migliore, per tutti.
Francesco
“In questa settimana trascorsa all’Arsenale della Pace di Torino ho imparato molte cose.
Innanzitutto ho capito che non bisogna sempre pensare di lavorare per guadagnare qualcosa per se stessi, ma possiamo fare le cose perché stiamo facendo del bene ad altre persone che ne hanno bisogno.
Poi ho capito che non bisogna assolutamente sprecare niente, soprattutto quando si parla di cibo, perché vedere i dati delle persone senza cibo e acqua è stato sconvolgente.
È stata una esperienza fantastica che rifarei sicuramente e la consiglierei a tutti i giovani che possono andarci.”
Fabio