RIFLESSIONE DI TIZIANA & CRISTIAN
KENYA – SAINT MARTIN 2012
Nel 2012 finalmente il nostro sogno si è avverato: far toccare con
mano a Claudia (la nostra primogenita) l’Africa, in particolare il Saint
Martin, missione cattolica (si trova a Nyahururu, a circa 4 ore di auto dalla
capitale Nairobi) che seguiamo da anni dall’Italia tramite l’associazione
Atantemani di Padova.
Prima di partire, come le altre volte, Cristian ed io ci siamo riconfermati che ci mettevamo nelle mani del Signore e che qualsiasi esperienza avessimo fatto era un dono del Signore e come tale dovevamo assaporarla fino in fondo.
Durante questi 10 giorni abbiamo ricevuto molti doni e ne vorremmo condividere alcuni:
Il PRIMO DONO ricevuto: il BATTESIMO di Teresa;
sono arrivati in molti a condividere questo giorno speciale; il battesimo della figlia di nostri cari amici che hanno voluto fare un’esperienza di 3 anni in missione assieme agli altri loro bambini.
Il momento più emozionante è stato l’arrivo dei matatu (pullmini), colmi di ragazzi e ragazze di strada, i ragazzi delle case di accoglienza per persone disabili mentali chiamate Effatha e Betania; incontrarli per la prima volta e vedere la loro gioia sprizzare da tutte le parti (per festeggiare il battesimo) è stata una forte emozione e subito un mettersi in discussione: fino al giorno prima eravamo super stressati, in super corsa, presi dai nostri 1000 impegni, soprattutto lavorativi, senza quasi accorgerci dei bisogni del prossimo: un famigliare, un compagno di lavoro, un conoscente…
Ecco subito lo spirito del Saint Martin ci ha fatto capire l’importanza dei piccoli gesti e il valore del nostro prossimo: Gesù.
SECONDO DONO: la cena a EFFATHA’ (casa di accoglienza per disabili mentali)
Abbiamo ricevuto una super accoglienza, come sempre, ci sentiamo proprio a casa nostra.
Anche quest’esperienza ci ha messo in discussione soprattutto la sottoscritta perché sono la prima a predicare che la persona disabile è un dono per noi tutti e poi mi sono sentita in difficoltà a mangiare di fronte alla bambina che sbavava sempre e sputava sul piatto; abbiamo conosciuto una fisioterapista, Grace, che durante il giorno lavora al Saint Martin e la sera rientra a Effatha dove per scelta ha deciso di vivere e condividere la sua vita con i ragazzi disabili mentali, molti di loro abbandonati. Mi sono sentita molto piccola a suo confronto perché immaginato la nostra ipotetica giornata: lavoro, hobby o sport, casa in famiglia, relax. Lei lavora e poi a casa con i ragazzi disabili, passando anche molte notti insonni. Allora questa è una vocazione con la V MAIUSCOLA.
TERZO DONO: I BAMBINI E LE SUORE DI TALITAKUM
Talitakum è una casa di accoglienza per bambini sieropositivi e malati di aids.
E’ composta da circa 63 bambini con 3 suore che vivono soprattutto di provvidenza: Gesù è sempre con noi e nei momenti più difficili ci accompagna per mano.
Arrivavamo dall’Italia, ciascuno con le proprie esperienze di vita, non tutte super felici, e ancora una volta dovevamo ringraziare il Signore per quello che ci ha donato.
QUARTO DONO: MOCHONGOI con Simona Atzori
La giornata a Mochongoi rimarrà sempre nei nostri cuori.
Ci siamo trovati con Simona (ballerina nata senza le braccia), la madrina del Saint Martin, che era in Kenya per il tour chiamato “CON I PIEDI PER TERRA”. Simona si è rivelata una persona umile, dolce, allo stesso livello di chi incontrava e grazie a lei abbiamo vissuto questa bellissima giornata assieme a migliaia di persone che arrivavano da tutte le parti per vederla.
Come tutti sapranno in Africa non si sa mai quando inizia e quando finisce un evento!
A Mochongoi, villaggio sperduto, a 1 ora di strada da Nyahururu, quel giorno c’erano 36 gradi ed erano già le 14.00.
Ci trovavamo dentro una Chiesa in costruzione di cemento, senza finestre e porte.
Claudia, in prima fila, era sempre stata assorta dai balli e dalle interviste di Simona; ad un certo punto però ha voluto uscire e ci siamo trovate ancora circondate dai bambini (come appena arrivate) che volevano vedere e toccare la pelle di Claudia, i suoi capelli; lei subito ha preso paura, spiegandole che volevano solo sentire la differenza tra la loro pelle e capelli rispetto alla sua, e che anche lei poteva toccarli, si è un po’ tranquillizzata.
Subito mi ha chiesto un pezzo di pane (che avevo portato via non sapendo appunto a che ora e se si avrebbe mangiato) e le ho detto: ci sono attorno a noi minimo 50 bambini e abbiamo solo un pezzo di pane; Claudia mi ha risposto: mamma non importa, lo mangio dopo.
E’ stato uno dei momenti più belli vissuti in terra africana perché la mia bambina di 3 anni aveva rinunciato al pane per rispetto degli altri bambini che non ce l’avevano; sembrerà una cosa da poco ma nella società in cui viviamo questo comportamento non è così costanto.
Lo spirito del Saint Martin ci insegna invece che dobbiamo ringraziare il Signore se incontriamo il nostro prossimo in difficoltà (che sia materiale o spirituale) perché è un grande dono e come tale noi sappiamo che incontriamo Gesù.
QUINTO DONO: le SISTERS DI NAIROBI
Abbiamo avuto la possibilità di conoscere altre vocazioni: suore che vivono esclusivamente di provvidenza (nella capitale) e che seguono i bambini malnutriti; assieme a sister Noemi (italiana) c’erano anche 2 suore di un ordine ecuadorense che vivono nella zona del lago Turkana e in questi mesi, a causa di una forte siccità, hanno bambini che muoiono di sete e fame; ancora una volta ci domandiamo come nel 2012 possano esserci persone che muoiono di fame!
Una preghiera allora a tutte le persone bisognose sia materialmente che spiritualmente e a tutte le persone che in qualsiasi maniera le aiuto e danno anche la loro vita.
SESTO DONO: l’inaugurazione della casa di BETANIA (casa di accoglienza per disabili mentali)
E’ stata celebrata la S. Messa in occasione dell’inaugurazione della casa di Betania.
Il momento che più mi ha colpito è stato quello dell’offertorio: verso l’altare saranno andate una quarantina di persone di cui donne che portavano, legata attorno alla testa con uno spago, una sacca colma di cose da mangiare che avevano portato appunto per la casa di Betania.
Ecco chiaramente il motto e lo spirito del Saint Martin “ONLY TROUGHT COMMUNITY”, la gente ha portato e offerto quel poco che aveva, senza chiedere nulla in cambio, anzi facendo anche sacrifici per la loro scelta. Mi è subito venuto in mente: noi siamo disposti a fare sacrifici per il nostro prossimo? E se si, fino a che punto ci mettiamo in gioco?
Ringraziamo allora il SAINT MARTIN e ATANTEMANI che ci hanno dato e ci danno la possibilità di vivere e condividere assieme ad altre persone (vicine e lontane) l’importanza di Gesù nel prossimo e tornando a Maria di Betania cerchiamo di essere come lei: ha donato la cosa più preziosa che aveva: il costoso olio profumato di puro nardo, a GESU’, senza volere niente in cambio. Questa donna ha fatto qualcosa per Gesù, solitamente è Gesù che fa qualcosa per gli altri e penso sia l’emblema della reciprocità d’amore con Gesù.
Tiziana